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IL FILTRO: COME FUNZIONA

Il Pratiko, il filtro esterno forse più utilizzato nei nostri acquari.

Argomenti quali la filtrazione e la scelta dei filtri, sono stati già trattati in questo blog. Ora però vorrei ritornare sull’argomento mettendo in evidenza i principi fisici di funzionamento dei filtri e nei successivi articoli una recensione dei filtri che ho provato in questi anni.
Ed ecco dunque alcuni concetti chiave sui filtri.
È d’obbligo fare prima una premessa: non esiste un cattivo filtro ma è come lo usiamo in acquario che fa la differenza, a parte qualche piccola eccezione…. Tutto dunque si basa sull’allestimento dell’acquario e a chi ci vive dentro.

Il funzionamento dei filtri si basa sul ben noto principio dei vasi comunicanti:
cito da wikipedia
Il principio dei vasi comunicanti è quel principio fisico, scoperto da Stevino, secondo il quale un liquido contenuto in due o più contenitori comunicanti tra loro, in presenza di gravità, raggiunge lo stesso livello dando vita ad un’unica superficie equipotenziale. L’acqua come tutti i liquidi, non ha una forma propria ma assume la
forma del recipiente che la contiene. Per questo motivo, se si versa un liquido in vasi tra loro in comunicazione anche se di forma diversa (purché di diametro non
molto piccolo per evitare che intervengano altri fenomeni fisici come la capillarità), esso si dispone allo stesso livello in ognuno dei contenitori stessi.

Dunque, tra i due tubi (di entrata ed uscita dell’acqua) e il contenitore stagno dei materiali filtranti, una piccola pompa posta in testa al contenitore, svolge l’utile ruolo di rompere l’equilibrio creatosi spingendo l’acqua pulita in acquario, il vuoto nel tubo di entrata e la spinta della colonna d’acqua compensa l’acqua in uscita dal filtro e così via finché non si interrompe l’alimentazione elettrica.

Un’altro importate fattore è che nei filtri esterni, a differenza delle comuni pompe multiuso, non occorre avere una potenza in Watt elevata, dato che non necessitano di prevalenza di spinta (ecco perché spesso non è indicata!) perché nei sistemi filtranti esterni dove la colonna d’acqua in entrata e in uscita dal filtro spinge o meglio aiuta la girante a vincere questo squilibrio non necessita di pompe potenti se non per sopperire in parte all’eventuale intasamento.

SERA fill 900 Un filtro che ha lavorato tantissimo nel mio acquario

Volutamente ho sottolineato la parola “necessita” poiché da questo fattore si basa un’altro importante concetto che è quello che sta alla base della progettazione di un filtro.

Mi spiego…
Una girante di pochi Watt comporta dei problemi di non poco conto poiché non appena il filtro si intasa l’acqua in entrata non riesce a compensare quella in uscita, problema che si risolve aumentando il diametro del tubo in entrata o utilizzando una particolare geometria del vano della girante che così facendo aumenta la portata dell’acqua in uscita o creando un vuoto in entrata in modo da consentire al filtro di compensare le perdite di carico che si instaurano durante l’intasamento, questo concetto lo si può capire meglio se si pone il filtro più in alto del livello dell’acqua: si vedrà che alcuni filtri non sono in grado di aspirare l’acqua, altri invece si. Un maggiore diametro del tubo però potrebbe compromettere la tenuta del contenitore a causa dell’eccessiva pressione su di esso (una colonna d’acqua che esercita 2Kg o più di pressione nel contenitore) e che vi ricordo dev’essere di buona tenuta e di facile accesso per la manutenzione e non è sempre facile ottenere entrambe con prezzi sostenuti.

Particolare del vano pompa e del cestello dei materiali filtranti del filtro Eheim classic 250

Come potrete capire non è poi così semplice concepire un filtro esterno e oltretutto la potenza della pompa deve essere tale da spingere più acqua possibile e garantendo la minor pressione possibile all’interno del contenitore, d’altro canto una pompa di più watt avrebbe un consumo consistente che spesso scoraggia l’acquirente.

Con i filtri interni invece la situazione cambia; non ci sono problemi di pressione ma di depressione. Non si può “giocare” con le portate dato che una pompa troppo potente potrebbe esaurire la riserva d’acqua, non appena i materiali filtranti esausti rallentano il flusso e viceversa una pompa di poca portata potrebbe non garantire un buon filtraggio facendo si che le particelle in sospensione ricadano sul fondo o che rimangano sempre in sospensione. Dunque una giusta dimensione dei vani in rapporto a pompa ed acquario fanno in modo di ottenere un buon filtraggio meccanico e biologico ed una buona corrente in acquario.

Dunque! vantaggi e svantaggi:

– I filtri interni non hanno problemi di perdite, Immaginate se su un acquario da 500 litri si rompesse un tubo…
– Gli acquari con filtri interni hanno bisogno di maggiori cambi dato che tendono ad intasarsi prima di un filtro esterno che invece riesce a lavorare con una pressione maggiore.
– I filtri esterni hanno una maggior capacità di ridurre il carico organico in vasca.
– I filtri esterni non occupano spazio in vasca, sono esteticamente migliori e permettono di regolare meglio i flussi e le correnti in vasca.

Nonostante tutte queste caratteristiche il lavoro di un filtro dipende sopratutto dall’acquario ed in particolar modo dalle dimensioni, dal tipo di fondo, dai pesci ecc. Nei prossimi articoli un analisi completa dei miei filtri in relazione al tipo di allestimento.

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