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Costruire un laghetto con telo

PREMESSA
La disponibilità di spazio fuori dalle mura domestiche spinge spesso l’acquariofilo ad estendere all’aperto l’allevamento di piante e pesci, in un ambiente cioè più “comodo”. Non è infatti insolito che un piccolo balcone o un angolo di giardino si trasformi ben presto in un cumulo di vasche vaschette e (nel mio caso) vasconi a contenere le potature di piante o ad allevare pesci e/o cibo vivo.
Questi allevamenti li consideriamo come una forma di acquariofilia diversa da quella dei nostri “quattro vetri”. Il laghetto spesso frainteso come una forma poco complessa di acquariofilia è, per molti, considerato solo un ornamento anche se da anni ha raggiunto oramai livelli tecnici veramente elevati da essere diventata una vera cultura a se stante.
Si tenga conto che la diffusione dei laghetti nei giardini di casa è molto simile ai possessori di acquari dentro le mura domestiche, eppure molti possessori di laghetti spesso non hanno nemmeno idea di come gestire un acquario domestico. Strano vero?
Io stesso, di fronte alle problematiche di costruzione e gestione di un vero laghetto, (quello che sto per descrivere) ammetto di averne sottovalutato la semplicità, nonostante l’esperienza di questi anni con vasconi (650litri!), vasche e pozze temporanee.
image Il mio primo laghetto
Se seguite questo blog non vi saranno certamente sfuggiti gli articoli relativi alle fasi di costruzione del mio primo laghetto autosufficiente dal punto di vista elettrico perché gestito da un impianto fotovoltaico ad isola che lo ha reso in tutti questi anni un bacino di allevamento di piante e per la riproduzione e l’accrescimento dei pesci tuttora presenti nei miei acquari.
Desideravo un laghetto da tanto tempo al solo scopo di creare un piccolo angolo di paradiso anche fuori le mura domestiche. Gli stessi vasconi dovevano essere un’appendice di un laghetto molto più capiente ma, col tempo e col susseguirsi delle modifiche in giardino sono giunto alla sola realizzazione della sola grande vasca.
Esistono vari metodi per realizzare un laghetto, con vasche preformate, in cemento, rialzate e con il telo. Credo che tutte queste tecniche siano molto valide ma la scelta della tecnica di costruzione da utilizzare è strettamente legata al costruttore stesso e alle sue capacità. Non è di certo facile dare al laghetto una bella forma armoniosa e non è nemmeno semplice lavorare con il cemento o avere a che fare con murature o scavi più o meno complessi.
Quello che ho scelto ed è stato a me più congeniale, è con l’utilizzo del telo.
PROGETTAZIONE E SCAVO
Alla base di un buon lavoro di costruzione oltre alla buona letteratura occorre avere molta calma ed osservare bene anche sul web ogni foto e ogni dettaglio video perché con essi si potrà vedere ciò che meglio si adatta a quello che vogliamo realizzare. Avere le idee chiare è molto importante; oggigiorno YouTube, i forum, i social media e alcuni programmi SKY aiutano tantissimo a capire cosa possiamo realizzare: un laghetto che ad esempio sembri un ruscello, uno stagno oppure uno di aspetto moderno. A seconda di quelle che sono, anche, le vostre esigenze di arredo.

FASE 1 tracciate una linea di contorno
Molto importante è farsi un’idea sin da subito delle reali dimensioni dello scavo che dovrete realizzare. La forma, le distanze da considerare per eventuali arredi floreali e/o eventuali passaggi o spazi tecnici, dovranno essere previsti in questa fase. Nel mio caso ho considerato essenziale un perimetro di 60 cm intorno allo scavo finale per poter poi ripiegare il telo, rivestire, riempire di materiale drenante i bordi e poi allontanarmi da piante e dal terreno stesso che in caso di pioggia, non dovrà riversarsi nella vasca.
Concluso il lavoro di programmazione si dovranno effettuare le vere e proprie misurazioni in particolare le misure di pendenza e profondità. Se si realizza un laghetto con telo non occorre essere meticolosi sul calcolo delle pendenze importante è però prevedere che a lavoro finito il laghetto dovrà risultare sollevato di almeno 5 cm rispetto al piano del terreno. Questo aspetto sarà ripreso più avanti…
L’estetica è l’aspetto più importante che in questa fase dovrete prevedere, la base di tutto il lavoro di progettazione è la prospettiva. Tutto ciò che andrete a realizzare dovrà seguire una linea immaginaria che ha come punto di forza l’area che più vorrete sia esaltata. Decidere quale debba essere il punto focale non è difficile; potrebbe essere l’area che si intravede affacciandosi dalla finestra di casa oppure quella zona che al tramonto crea dei riflessi particolari o semplicemente un angolo del giardino o una semplice area che distolga l’attenzione da un’altra più brutta da vedere. Importante è che tutto ciò che state aggiungendo o togliendo dal vostro giardino dia un senso di continuità fino al punto prefissato un buon metodo è quello di lasciarsi trasportare da ciò che gli occhi osservano prima di giungere al punto focale prefissato. Detto così sembra un qualcosa di molto complicato ma, pur non avendo le idee chiare sull’aspetto finale non sarà difficile durante questa fase farsi trasportare da un po di immaginazione e farsi guidare da ciò che gli occhi osservano.
FASE 2 lo scavo
Occorre considerare che la profondità dello scavo, ideale per far vivere a lungo i pesci è di minimo un metro non solo per l’eventuale formazione di ghiaccio in inverno ma anche per aumentare la stabilità del laghetto alle escursioni termiche giornaliere nei periodi caldo-freddi. Di questo me ne sono accorto con gli anni, nei miei due vasconi, osservando degli strani comportamenti dei pesci durante la giornata; misure continue della temperatura a varie ore della giornata ha di fatto dimostrato quanto la temperatura di un vasca profonda sia più stabile durante le escursioni termiche giornaliere anche se maggiormente esposta al sole. Nei periodi di caldo non è infatti insolito rilevare differenze di 8-10°C anche in profondità (Giornalieri!) dalla mattina alla sera e questo può seriamente compromettere la salute dei nostri pesci. Con le instabili giornate primaverili ed autunnali queste differenze termiche sono maggiormente accentuate a basse profondità. Ovviamente queste considerazioni dipendono anche dalla latitudine, dalle ore di sole a cui è esposto e ovviamente dai pesci che vorremo allevare. E’ certo però che se vogliamo allevare carpe pregiate il fattore profondità è da prendersi in seria considerazione per la salute delle stesse. Nel caso specifico della realizzazione di questo laghetto la profondità massima è stata purtroppo di 80 cm a causa del raggiungimento del sostrato roccioso. Fortuna vuole che dalle mie parti è raro che la temperatura dell’acqua scenda sotto i 10°C e che il luogo in cui è posto il laghetto riceva solo poche ore di luce al giorno. Attualmente le escursioni termiche non hanno superato i 4°C di differenza. Nella progettazione di un laghetto è dunque indispensabile tener conto anche di questo. Ovviamente per riparare errori di questo tipo basta solo creare eventualmente maggiore ombra, costruendo ripari o aumentando la vegetazione.
Bisogna considerare due diversi tipi di scavo, quello interno  e quello esterno, per costruire un laghetto ed entrambi dipendono dal tipo di laghetto che vogliamo realizzare.
Scavo interno, che interessa cioè  la parete interna del laghetto:

Scavo esterno, che interessa cioè i bordi esterni del laghetto:

A seconda delle dimensioni del laghetto e degli animali da ospitare, lo scavo esterno ed interno dovrà essere a scivolo per favorire l’ingresso e l’uscita delle testuggini per laghetti con SOLTANTO tartarughe, se invece vogliamo evitare che animali (cani, gatti ecc.) si affaccino troppo alla superficie bassa dell’acqua è preferibile che lo scavo interno sia a pendenza diretta.  Dal punto di vista estetico lo scavo a pendenza diretta non ha bisogno di essere rivestito mentre con i bordi a scivolo è opportuno rivestire tutta la parte interna ed esterna con rocce o ciottoli per evitare di farlo apparire esteticamente poco naturale. Gli scavi a scivolo mostrano spesso i difetti di gestione di un laghetto: alghe, fanghiglia, sporco ecc. quelli a pendenza riducono di molto questo aspetto.
NOTA! Per la sicurezza dei bambini è consigliabile costruire un recinto e fare uno scavo interno a pendenza oppure a scalino con max 30 cm di profondità per poi raggiungere all’interno la profondità desiderata.  
Ovviamente se le dimensioni lo permettono o a seconda del gusto personale si potrà optare per diverse combinazioni di scavo.

Lo scavo realizzato per il mio laghetto è composto nel seguente modo:
Bordo esterno a cordolo (vedi seguito dell’articolo) con bordo interno a scalino a pendenza diretta ed ulteriore scavo interno a scivolo da 30 a 80 cm di profondità finale. in questo modo ho la possibilità di eliminare l’antiestetico fondo in pendenza, avere la possibilità di posare i vasi per le piante e creare una zona più profonda di accumulo dei detriti e di riparo dei pesci.
fase 3 – 1°Rivestimento
Terminato lo scavo e dopo aver controllato in maniera seppur blanda le pendenze e il raggiungimento delle misure desiderate si può procedere col controllo generale della superficie che andrà ad ospitare il telo; occorre fare molta attenzione a recidere e rimuovere tutte le radici o i sassi che potrebbero in futuro tagliare il telo e causare gravi problemi di tenuta del laghetto stesso. Di solito si usa rivestire il laghetto con della sabbia fine (quella per edilizia) in alternativa si può cercare di setacciare con una semplice rete metallica a maglia fine (max 5 mm) il terreno proveniente dallo stesso scavo per poi creare uno strato di almeno 3-5 cm che protegga il rivestimento esterno. in questa fase si può prevedere anche di posizionare delle lastre in polistirolo in modo da poter entrare dentro al laghetto con gli stivali,in sicurezza, per eventuali pulizie o manutenzioni.
Oggigiorno per evitare di dover faticare tanto ed inutilmente si può posare un apposito tessuto protettivo costituito da lana di roccia o altro materiale fibroso a varia grammatura che si adatta agli “spigoli” del terreno ed eviterà di avere futuri problemi di foratura. Dato che il mio terreno era molto morbido e con scarsa presenza di sassi e radici ho deciso di non utilizzare questo tipo di materiale ma di recuperare alcune tovaglie in plastica da esterni ed un telo per pacciamatura.

Il motivo principale dell’utilizzo di questi materiali è dovuto anche alla buona resistenza allo strappo nella successiva fase rifinitura del bordo esterno.
fase 4 -2°Rivestimento – Scelta e posa del telo.
Tanto c’è da dire sulle tipologie di telo che possono essere utilizzate per rivestire un laghetto: il telo dei camion, il telo in plastica delle piscine, telo colorato ed infine la geomembrana.
La geomembrana è il miglior “telo” in materiali plastici misti (HDPE, PVC ecc) di solito utilizzato nelle discariche che ha proprietà di essere totalmente impermeabile, inerte, morbido, molto resistente e con alta capacità di resistere nel tempo se esposto ai raggi solari. Per la costruzione di laghetti si usano spessori che vanno da 0,4 a 1 mm per mia eccessiva scrupolosità ho deciso di rivestire il laghetto con un telo da 1 mm.

Per evitare brutte sorprese con dimensioni errate è consigliabile acquistare il telo dopo aver effettuato lo scavo, in questo modo si potrà essere più precisi con le misure. Per il bordo esterno consiglio vivamente di considerare almeno 50 cm in più per lato e non abbiate paura di sprecare telo a volte dieci o venti centimetri in più possono essere molto utili. Se avete intenzione di creare un’area palustre dove cioè si potranno far crescere piante che hanno bisogno di un terreno fangoso o molto umido si potrà utilizzare il telo stesso come rivestimento del sottofondo terroso ed ottenendo in questo modo numerosi vantaggi come l’evitare di far crescere enormemente le radici e/o le piante, contenendo e o sviluppando colture palustri che potrebbero essere difficili da ottenere con determinati terreni, aumentando la biodiversità di piante ed animali da allevare come ad esempio le rane, ecc.
La posa definitiva del telo dovrà essere effettuata man mano che si riempirà d’acqua l’invaso. Data la difficoltà di riadattare il telo durante il riempimento (specie quello da 1 mm) è consigliabile ad ogni livello di riempimento di stendere e controllare le eventuali pieghe che si formeranno.


Non vi preoccupate delle pieghe che si formeranno ma solo di distribuirle, sin da subito, uniformemente su tutta la superficie a lavoro terminato il telo col peso dell’acqua risulterà ben disteso ed uniforme. A seconda delle dimensioni del laghetto che andrete a realizzare ci vorranno alcune ore (o giorni!) finché non si riempirà del tutto, quindi! Non abbiate fretta.
Una volta raggiunto il livello massimo d’acqua che può contenere l’invaso con l’acqua stessa che fuoriesce si potrà controllare e lavorare sulle pendenze al fine di uniformare tutta la superficie. La tecnica utilizzata per fare ciò è detta cordolatura: operazione che consiste nell’aggiungere un uniforme cumulo di terra, largo 10-15 cm, sotto il primo rivestimento e a filo con lo scavo in modo da livellare tutta la superficie dell’acqua all’interno del laghetto.
La scelta delle resistenti tovaglie in plastica e del telo per pacciamatura nella fase di rivestimento iniziale era difatti motivata dal fatto che i comuni rivestimenti in lana di roccia ecc. durante questa operazione si possono strappare mentre i materiali con più alta resistenza allo strappo permettono di riempire uniformemente di terra tutto il bordo esterno in modo da formare un argine di pochi centimetri rialzato che permetta all’acqua in eccesso (piogge o allagamenti del terreno) di uscire dal laghetto e all’acqua esterna, sporca di terra e/o di detriti, di restare confinata nell’argine esterno. Con questo sistema ci si può permettere di evitare di dover controllare costantemente le pendenze su tutti i lati e di poter meglio controllare il drenaggio dell’eventuale eccesso di acqua. Ai lati del cordolo si formerà da se o si dovrà realizzare un piccolo canale che servirà a drenare l’acqua in eccesso.
Nelle foto sottostanti si può intravedere (fatte a notte fonda!) come il bordo esterno sia rialzato ed il livello d’acqua uniforme su tutti i lati.


Nella foto. Il cordolo ricoperto e terminato.
Fase 5 – Rifinitura
Terminati i lavori di cordolatura, dopo aver verificato eventuali cedimenti o perdite da eccesso d’acqua  si può procedere con il taglio del telo che dovrà essere della stessa misura del cordolo e si dovranno evitare pieghe e che l’acqua, fuoriuscita, non formi ristagni sul telo. Durante il taglio si dovrà prevedere anche di non eliminare il telo in eccesso che servirà per eventuali ruscelli o cascate a seconda del progetto che si vuole realizzare. Nel mio di progetto è previsto un piccolo ruscello con predisposto in cima il filtro meccanico/biologico.



Dopo tanta fatica non resta altro che rifinire il lavoro compiuto con il rivestimento esterno che potrà essere scelto a vostro piacere. Nella realizzazione di questo laghetto ho previsto di livellare e riempire tutto il canale esterno con della comune ghiaia e di rifinire e nascondere i bordi esterni e il telo con dei mattoni in pietra (rigorosamente!) leccese. Per la messa in posa del ghiaietto non ci sono particolari indicazioni da seguire se non quello di doversi sollevare di almeno 1 cm al di sopra del telo per poter permettere all’acqua di uscire liberamente al di sotto sei mattoni di rivestimento che anch’essi non dovranno necessariamente essere incollati con cemento ma fissati con sabbia o ghiaia più fine in modo da incastrarle e lasciar scorre l’acqua al di sotto di esse. Tale soluzione permette di poterle sollevare in qualsiasi momento per risistemarle o passare al di sotto eventuali fili elettrici, faretti, pompe, tubi, ecc.





fase 6 – Il filtraggio
Se avete intenzione di realizzare un laghetto o uno stagno senza prevedere un minimo filtraggio dell’acqua vi consiglio vivamente di non perdere tempo nel realizzare nemmeno un abbeveratoio per gli animali. Il filtraggio del laghetto è essenziale per mantenere stabile l’equilibrio di un sistema che vi regalerà fin da subito tante soddisfazioni e gioie.
Di filtri per laghetto ce ne sono tantissimi: a pressione, a percolamento, a comparti, ecc ma non è certamente difficile realizzarne uno con un minimo di fai da te. Quello da me realizzato è composto da un semplice bidone per alimenti da 30 litri con una larga imboccatura caricato con lapillo lavico (filtrazione biologica) nel quale è stato inserito un vaso per piante con fondo forato caricato con spugna grossolana e lana filtrante (filtrazione meccanica). L’acqua viene dunque filtrata, e ritorna attraverso un piccolo ruscello dentro il laghetto.
Ammetto che questo è, un sistema molto semplice e un tantino “arrangiato” modo di filtrare l’acqua, essendo un filtro che si intasa spesso e fa aumentare molto i nitrati, manca infatti di un comparto a filtrazione biologica spinta che mi permetta di eliminare parte dei nitrati che si  formano (denitrazione). Il motivo di tale scelta è dovuto alla mia indecisione di acquistare un filtro di migliori capacità prestazionali e che più si adatta alle esigenze del laghetto. Ovviamente con un po di studio dell’andamento del laghetto cercherò quello che meglio si adatta alle mie esigenze.

 

 SCHEDA TECNICA DEL LAGHETTO

VALORI CHIMICI

MANUTENZIONE
Pulizia spugne e pompa quando occorre in genere 3-5 giorni.
PROBLEMI RISCONTRATI
Fioritura algale successivamente rimossa con trattamento UV di 3 giorni. E’ importante avere sempre a disposizione una vasca di quarantena o recovery per i pesci che eventualmente si possono ammalare e una lampada UV che può essere all’occorrenza utilizzata. Non costa nulla mantenere sempre una vasca un plastica, di poche centinaia di litri, con piccolo filtro biologico. Costerebbe tanto però perdere una carpa di 50 cm (valore di almeno 2-300€)  per non aver previsto una vasca di quarantena.
QUANTO COSTA REALIZZARE UN LAGHETTO?
Alla fine o all’inizio di qualsiasi progetto di realizzazione occorre sempre prevedere quanto si spenderà per realizzare ciò. Beh! avevo previsto un budget non oltre i 200,00 € e questo è quanto ho speso per realizzare il mio laghetto.

Totale 202,00 € pesci esclusi ovviamente!
Buon lavoro e vi auguro tante soddisfazioni….




 
 
 

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